A 48 anni la mia vita ha sempre ruotato attorno alla mia famiglia, in particolare a mia madre, con cui vivo. I miei fratelli e mia sorella, più grandi di me, hanno costruito le loro vite lontano, mentre io sono rimasto a cercare il mio equilibrio in un mondo che spesso mi ha fatto sentire fuori posto.
Quando al centro socioeducativo mi hanno parlato del progetto Out Park, non sapevo cosa aspettarmi. L’idea di iniziare qualcosa di nuovo mi metteva ansia e il dubbio di non essere in grado di affrontare questa sfida mi accompagnava ogni giorno. Ma alla fine ho deciso di provarci, anche grazie agli operatori che mi hanno sostenuto sin dal principio, aiutandomi a superare le piccole difficoltà pratiche, come organizzarmi per raggiungere il bar dove avrei svolto il tirocinio. Anche un gesto apparentemente semplice, come imparare a prendere l’autobus da solo, si è trasformato in un passo significativo verso l’autonomia.
Lavorare al bar è stato un mix di emozione e paura. Ricordo i primi giorni, pieni di insicurezze: i piatti da sistemare, i clienti da servire, il timore di sbagliare. Eppure, con il tempo, tutto è diventato più naturale. Ogni sorriso ricevuto, ogni “grazie” dei clienti, era per me una piccola conquista, un segno che stavo facendo bene. Giorno dopo giorno ho iniziato a sentirmi parte di qualcosa di più grande, e questa sensazione mi ha dato una forza nuova. Non sono mai stato lasciato solo in questo percorso. Gli operatori sono stati al mio fianco, pronti ad ascoltarmi quando ne avevo bisogno e a guidarmi con i loro consigli. Grazie a loro ho scoperto che, con il giusto supporto, posso affrontare anche le mie paure più profonde e costruirmi un futuro che fino a poco tempo fa sembrava irraggiungibile.
Oggi guardo avanti con più fiducia. Certo, i timori non sono del tutto svaniti, ma ora so che posso superarli. Il mio sogno è trovare un lavoro stabile, magari come cameriere, e continuare a crescere. Mi piacerebbe anche viaggiare, scoprire luoghi nuovi e vivere esperienze che fino a oggi ho solo immaginato. Una parte fondamentale della mia vita è la musica. Suono nella band “Gli Amici di Damiano”, un gruppo con cui ho avuto la fortuna di esibirmi anche fuori città. Ogni concerto è un momento unico, che mi fa sentire vivo e connesso con gli altri. Non si tratta solo di suonare, ma di condividere emozioni e creare legami.
A volte penso che mi manchino degli amici con cui condividere tutto questo in modo più profondo. Vorrei costruire rapporti più stretti, ricevere quell’affetto e quella complicità che vedo negli altri. Ma la musica e il lavoro mi stanno aiutando anche in questo: a costruire relazioni, a sentirmi parte di un mondo che finalmente inizia ad includermi.
Se c’è una cosa che questa esperienza mi ha insegnato, è che non è mai troppo tardi per cambiare. Ogni piccolo passo è una conquista, e ogni conquista è una nuova opportunità per migliorarsi.
Il progetto è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI.
Per scoprire il Programma Formula visita forfunding.it
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